domenica 1 aprile 2012

Bambini al nido.Gli asili nido pubblici in Italia

Per molte donne italiane l'asilo nido rappresenta un'occasione per permettere al proprio bambino di socializzare e partecipare ad attività stimolanti di apprendimento, ma sempre più spesso diventa anche l'unica soluzione possibile per madri lavoratrici impossibilitate, per diversi motivi, a prolungare il congedo di maternità o a contare sull'appoggio dei familiari. Il panorama in Italia è piuttosto diversificato: accanto agli asili nido pubblici e privati esistono infatti asili nido aziendali (ancora pochi, purtroppo), asili nido in famiglia, gestiti da madri che hanno frequentato un corso di formazione e che possono accogliere fino ad un massimo di sei bambini, baby parking, strutture private che accolgono i bambini per brevi periodi di tempo, e ludoteche, strutture, anch'esse private, ideali per l'organizzazione di feste o pomeriggi ricreativi.
Nonostante quest'ampia varietà di soluzioni, l'Italia è ancora lontana dagli obiettivi fissati nel programma di Lisbona del 2000, secondo i quali i paesi dell'Unione Europea avrebbero dovuto garantire 33 posti ogni 100 bambini. Contando l'insieme di tutte le strutture elencate, l'Italia arriva ad una copertura del 23%, percentuale esigua rispetto alle esigenze del Paese.

Soffermandoci sul settore pubblico, il ritardo italiano diventa ancora più evidente. Con la legge 1044/1971, il governo italiano aveva stabilito un piano quinquennale per l'istituzione di almeno 3.800 asili nido comunali da completarsi entro il 1976. Secondo i dati più recenti forniti dal Ministero dell'Interno, nel 2009 esistevano 3.424 asili nido comunali: a distanza di quasi quarant'anni non abbiamo ancora raggiunto il numero minimo previsto dalla legge.
Confrontando i posti disponibili e la potenziale utenza (tutti i bambini in età 0-3 anni), l'Italia offre in media una copertura del servizio pari al 6,2%, con un massimo del 15,7% in Emilia Romagna e un minimo dell'1% in Calabria e Campania. In media il 25% dei richiedenti rimane in lista di attesa. I dati evidenziano inoltre notevoli differenze tra Nord e Sud, sia per quanto riguarda le rette sia per quanto concerne la copertura: mentre in Lombardia nel 2009 si contavano circa 660 strutture pubbliche, in Emilia Romagna 593 e in Toscana 456, nel Molise la quota scendeva a 6 asili nido per tutta la regione. Nel complesso più della metà delle strutture è concentrata nel Nord del Paese, il 27% nelle regioni centrali e soltanto il 13% nel Sud.

Le rette degli asili comunali


L'Osservatorio prezzi&tariffe di Cittadinanzattiva, onlus che promuove e tutela i diritti dei cittadini e dei consumatori, ha svolto un'indagine per calcolare la tariffa media degli asili nido comunali con frequenza a tempo pieno per cinque giorni la settimana, considerando un nucleo familiare tipo di tre persone con reddito annuo lordo di 44.200 euro.

I dati emersi evidenziano profonde disparità economiche sia tra Nord e Sud sia all'interno di una stessa regione. Gli asili nido di Lombardia e Valle d'Aosta risultano i più costosi della nazione, con tariffe medie intorno ai 400 euro. La città di Lecco detiene il primato con 537 euro di retta mensile, più del doppio rispetto a Milano (232 euro), seguita da Belluno, Sondrio, Bergamo e Mantova. La regione più economica è invece la Calabria, con una spesa mensile di 110 euro, tariffa che arriva a 80 euro nella città di Catanzaro. Dal 2005 i costi sono aumentati del 4,8% e oggi una famiglia italiana si ritrova a pagare mediamente 302 euro per mandare il proprio figlio al nido.

Asili nido. La situazione in Europa


L'obiettivo stabilito dal programma di Lisbona rimane ancora una meta lontana non solo per l'Italia, ma anche per Lituania, Spagna, Irlanda, Austria, Ungheria e Germania, che offrono una copertura compresa tra il 10 e il 25%. I Paesi più virtuosi sono invece Danimarca, Svezia e Islanda, che si contraddistinguono per le più alte percentuali di diffusione dei servizi dedicati alla prima infanzia, con una copertura pari al 50%. Un buon servizio viene garantito anche da Finlandia, Paesi Bassi, Francia, Slovenia, Belgio, Regno Unito e Portogallo.

Secondo un dossier pubblicato dall'OCSE nell'aprile 2011, intitolato “Doing Better for Familiy”, le donne italiane riescono difficilmente a conciliare lavoro e figli, perciò spesso si ritrovano ad operare una scelta tra l'uno e gli altri. Il risultato di questa situazione é un basso tasso di natalità e un basso tasso di occupazione femminile. Si rendono quindi necessari provvedimenti concreti mirati ad agevolare le giovani coppie. Ma l'agenda politica, purtroppo, sembra avere altre priorità.

Fusilli


Ingredienti per 6 persone
 
7 etti di fusilli corti,
Funghi misti sott'olio - 350 g ,
1 grosso cetriolo, di circa, 2 etti,
Prezzemolo tritato finemente
Prosciutto cotto tagliato in una fetta ,2 etti
2 grossi (uno rosso ed uno giallo) peperoni quadrilobati,
1 peperoncino spezzettato,
Aceto bianco, q.s.
Sale fino e pepe nero,



Preparazione
 
Pulire e tagliare l'insalata fresca; lavarla e sciacquarla in acqua corrente fredda, indi adagiarla su carta assorbente e trasferirla infine in una capace zuppiera; Nettare con uno straccetto umido i porcini, pulirli con un affilatissimo coltellino indi tagliarli a sottili fettine inferendo longitudinalmente un taglio francese(obliquo, lame poggiata a 45°).Rassodare le uova in acqua fredda messa a bollore (7 minuti dal primo bollore); raffreddarle, sgusciarle, sciacquarle e tagliarle a fettine o a spicchi.
Disporre nella medesima zuppiera dell'insalata, i funghi, i due tipi di caciocavallo, le uova tagliate e le olive nere denocciolate.
Preparare con l'olio, il sale, il pepe ed il succo del limone una salsina e versarla a filo sull'insalata. Rimestare con delicatezza e servire in tavola come contorno di portate di pesce o carne.